Abitare il mondo in modo sostenibile

Resoconto del convegno “Idee per abitare il mondo” che si è svolto al Convitto della Calza il 5 e 6 febbraio 2016

convegno

u·ma··i·mo/ «… di tutte le cose misura è l’uomo, di quelle che sono, per ciò che sono, di quelle che non sono per ciò che non sono.»  Protagora

L‘uomo alla base del mondo in una visione d’insieme

L’umanesimo è la cultura del Rinascimento nata a Firenze e che politicamente terminò con la morte di Lorenzo il Magnifico. Vi si affermava la dignità dell’essere umano come padrone della sua storia e del suo destino, e si sviluppò come un vero e proprio movimento culturale che si ribellava alla visione della vita del medioevo dove era Dio al centro dell’Universo e dove l’uomo si sottometteva. Spirito critico, senso estetico, senso della vita come dimensione civile, coscienza del possesso di tutte le facoltà che la Natura aveva posto nell’Uomo, questo era il fulcro del pensiero umanista. E a Firenze, molto significativamente, sono state poste le basi -oggi- per un nuovo Umanesimo, nel convegno promosso dalla Unicoop dal titolo “Idee per abitare il mondo” che si è svolto al Convitto della Calza il 5 e 6 febbraio u.s..

Un convegno che ha ospitato numerosi personaggi importanti, esperti delle diverse discipline, dal fisico Fritjof Capra all’economista Luigino Bruni, dal gastronomo-contadino Carlo Petrini al botanico Stefano Mancuso, dal filosofo Miguel Benasayag al medico agopuntore Franco Cracolici, dall’architetto Elena Granata allo storico dell’arte Tomaso Montanari fino al presidente dell’Accademia della Crusca Claudio Marazzini, e da cui è partita l’idea di non fermarsi, di creare una rete intenta a superare l’attuale modello di sviluppo settoriale e maturare nuovi approcci per ripensare la società, l’economia, le organizzazioni e inventare possibili nuovi paradigmi per comprendere, gestire e abitare il mondo contemporaneo. Interessante e un po’ strabiliante che sia proprio la Coop -gigante della vendita- a promuovere questa visione di superamento dell’individualità e del consumo verso una visione d’insieme, olistica, partecipata, con il presupposto che una buona economia non sia quella che raggiunge solo risultati contabili, ma quella che rispetta e favorisce anche i legami sociali, l’impegno civile, la vita, le culture.

La Presidente di Coop Daniela Mori ha ricordato che lo “scopo del Convegno è stato mettere a confronto saperi diversi ma interconnessi tra loro, per cercare di capire meglio la complessità del presente in cui viviamo“.  Il fisico Fritjof Capra, ha ricordato come: “siamo andati avanti nell’illusione che nel nostro limitato pianeta la crescita fosse illimitata. Tutti i problemi della nostra epoca sono problemi sistemici, che richiedono soluzioni sistemiche” e dell’importanza quindi di passare ad una crescita qualitativa, che tenga conto anche di indicatori come la povertà, la salute, l’educazione, l’inclusione sociale, l’attenzione all’ambiente,e quindi privilegiare le fonti rinnovabili, il riciclo e i sistemi agro ecologici ovvero sistemi che escludano chimica, gas serra, uso dei pesticidi, consumo di acqua eccessivo etc e quindi tutto o buona parte di ciò che contribuisce al drammatico cambiamento climatico.

Luigino Bruni è intervenuto con una bella riflessione sul rapporto tra economia, Umanesimo e felicità, e su come sia fondamentale l’incontro e la relazione, quindi l’apertura verso l’altro, L’autore di ‘Economia con l’anima‘ ha affermato quanto i dati sulla felicità in Italia siano manipolati, e che ciò che manca è proprio la fame di futuro.  Fra i dati più allarmanti del disagio sociale, Bruni ci ricorda quello del gioco d’azzardo, che assorbe ben 87 miliardi l’anno di cui 8 di tasse, soldi sottratti ai ‘poveri’ perché più si è poveri, più si gioca. Uno scandalo contro il quale  Bruni propugna lo sciopero nei confronti dei Caffè con slot machine. Quanto all’economia,  sostiene che “la politica economica e finanziaria è troppo importante per essere lasciata in mano agli economisti e  agli uomini della finanza. Tutti noi cittadini bisogna abitare i luoghi dell’economia per piegarla a fini etici e civili“.

IMG_8349

Carlin Petrini in collegamento video ha parlato di cibo buono e pulito ma soprattutto giusto, nelle coltivazioni e allevamenti che non distruggono gli ecosistemi e rispettano la Natura. A proposito di Natura, lo studioso di botanica Stefano Mancuso ci ha esortato ad imparare dalle piante e a guardare al mondo vegetale quindi come un nuovo modello per abitare il mondo: la capacità di sopravvivenza delle piante è  dovuta alla loro flessibilità; per crescere e sopravvivere occorre essere flessibili; l’altro insegnamento è  che le strutture verticistiche non funzionano bene, si inceppano, le decisioni più utili sono quelle prese  collettivamente. Inoltre è importantissimo dire basta ad un sistema di alimentazione che si basi sulla produzione di carne animale. ”L’Italia è famosa da centinaia di anni per le sue eccellenze e pratiche agricole, che è necessario tutelare e spesso riscoprire. Dunque abbiamo la storia, l’esperienza e la cultura per muovere importanti passi in questa direzione“, dice Mancuso.

Importante l’intervento di Elena Granata docente di Analisi della città e del Territorio e di Geografia urbana del corso di Urbanistica del Politecnico di Milano che si occupa di politiche di riqualificazione urbana, politiche abitative e d’integrazione sociale e degli aspetti territoriali legati ai fenomeni migratori, di temi ambientali e legati alla cura e salvaguardia del paesaggio, che ha parlato di “Abit-azione, lo spazio del pensiero”: “Città come spazi sociali, luogo che ci forma e che modifichiamo con i nostri comportamenti. Un equilibrio-che nel passato esisteva e che è auspicabile oggi- tra gli interni e gli esterni: ci siamo per tanto tempo rifugiati negli interni ma siamo pronti per uscire dal privato per una vita collettiva e civile in spazi comuni”.

Tomaso Montanari citando Roberto Longhi ha sottolineato come l’arte sia comunità e coscienza della propria identità, rilanciando la sua campagna per introdurre la storia dell’arte in tutti i gradi scolastici e per la restituzione del nostro patrimonio artistico e museale ai cittadini, nel senso di un  uso e accesso gratuito a tutti i Musei e le Gallerie, oggi invece si va nella direzione contraria che è quella della  bigliettazione di tutto, della monetizzazione del patrimonio artistico inteso come occasione per far cassa, anche del Colosseo, che è un pezzo di città, trasformando i cittadini in tanti piccoli agenti di commercio del ‘made in Italy’.

Infine il linguista e Presidente dell’Accademia della Crusca Claudio Marazzini ha parlato della parola come identità e come veicolo di relazione e di cura verso gli altri.

Riprendersi il tempo necessario, il tempo biologico che l’attuale ‘sistema’ di relazioni ci toglie anche attraverso i media e i social, è l’invito appassionato di Miguel Benasayag, filosofo e scrittore argentino: “Diamo ai giovani il tempo di strutturarsi, dice, “poiché il tempo è il nostro divenire. Sottraiamoli alla moda e alla frenesia di dover correre per ‘guadagnar tempo’. Quanto a Internet, la memoria si fissa di più attraverso la pagina manoscritta“.

L’invito, dunque, è quello di prendersi il tempo necessario per la formazione,  la  crescita, la cultura.

Lilli Bacci

Testo completato dalla consultazione di http://www.lindro.it/idee-per-abitare-meglio-il-mondo/2/ testo di Marcello Lazzerini, L’indro, quotidiano indipendente di approfondimento