Autoproduzione e design a Firenze

SELF-MADE DESIGN

Alta qualità della produzione artigianale e sapienza della progettazione nell’ambito dell’arte fanno di Firenze – città che vanta una tradizione ricchissima di botteghe artigiane – il locus ideale per la nuova tendenza del design autoprodotto.
Oggigiorno parliamo di «makers» (artigiani 2.0) e di «FabLab» (luoghi della sperimentazione digitale), e i designer si cimentano con la creatività e con il mercato: il mondo dell’autoproduzione, nel settore design, sta crescendo anche in Italia a ritmi rapidissimi. Nel giro di pochi anni si sono moltiplicati gli spazi, gli eventi, gli incontri e le fiere dove è possibile realizzare e conoscere nuovi modi di produrre e vendere prodotti di design e arredamento. (fonte ilSole24ore) A Firenze per il terzo anno consecutivo si è svolto alla Limonaia di Villa Strozzi -a settembre- “Source Self – Made Design” una manifestazione diventata tra le più importanti a livello nazionale sull’autoproduzione, che ha ospitato 103 designer (70 team), 14 Paesi, 68 relatori per 20 workshop e talk, 11 giorni di mostra e attività formative.

Nell’autoproduzione il designer segue direttamente l’intera filiera produttiva: il progetto, la sua realizzazione e la distribuzione.

Dice l’architetto Andrea Ponsi di Firenze, autore del libro “Firenze sensibile”, Alinea editore:

«Autoproduzione è autonomia creativa, curiosità laboriosa, coraggioso viaggio intrapreso per conoscere e costruire se stessi attraverso l’operare con le mani e la mente.
É coltivare e fare fruttare volontà e talento, anziché delegarle interamente alla responsabilità di altri. É fornire un esempio di come sia possibile lavorare non solo per il guadagno materiale, lo stipendio o la posizione sociale, ma per associare un’onesta gratificazione economica ad una remunerazione di carattere emotivo e spirituale. É cercare, inventare, provare e riprovare, superare con pazienza e determinazione le difficoltà degli inevitabili fallimenti per ottenere un prodotto funzionale, utile e bello. É condividere con gli altri impegni e competenze, scambiare idee e suggerimenti, tessere una trama di relazioni umane e lavorative. É contagiare, attraverso l’esempio, chi ci sta intorno, stimolandolo a credere e nutrire desideri e passioni. É connettere fantasia e tecnica, organizzazione produttiva e volontà commerciale. É relazionare intuizione e funzionalità, fare dialogare l’arte del bricoleur con l’abilità dell’artigiano, la capacità visionaria dell’artista con la competenza del designer, la concretezza dell’imprenditore con l’immaginazione del poeta.»

L’amica giornalista Clara Mantica, fondatrice di BestUp – Bello Equo e Sostenibile – circuito per la promozione dell’abitare sostenibile – che si fonda sui principi di bellezza, equità e sostenibilità sociale e ambientale (www.bestup.it) e che ha scritto di autoproduzione già in tempi non sospetti nel libro “Oggetti in silicone di Alessandro Ciffo” edizioni XXI Silico, analizzando il processo, ci dice: «Il Design in forma di autoproduzione è un’espressione e una forma di comunicazione degne di essere definite e considerate Arte. Un’arte fruibile anche nel quotidiano e percepibile con maggiore intensità, un’intensità che coinvolge il senso della vista e del tatto, che genera una tangibilità anche fisica laddove ci accoglie e ci avvolge nel domestico. Ciascun autoproduttore conosce tutte le fasi del processo, dall’idea fino alla commercializzazione del prodotto che realizza. Processo e prodotto stanno nella stessa persona, il creativo convive con l’operaio, con il ricercatore, con il commesso viaggiatore ma spesso anche con il fotografo e il comunicatore. Gli autoproduttori viaggiano, si informano, si cimentano con il mercato, con la comunicazione, sono sperimentatori, frequentano arte, musica e gli altri linguaggi della contemporaneità. Ne sono il punto di congiunzione. Non rinnegano materiali tecnologici pur non negando materiali tradizionali. Ripensano il genius loci: lo reinterpretano, ma lo accolgono. Cercano dignità al proprio lavoro e non distinguono il fare dall’essere. Stanno attenti a non cadere nel tranello della produttività; reinterpretano ruoli, hanno a cuore i valori, distinguono fra precarietà e libertà, relativizzano il valore del danaro. Uno dei pochi e migliori risultati di questi anni è la formazione di aree estese di persone che consumano in modo più critico e consapevole. Il successo crescente degli autoproduttori (ce ne sono anche in agricoltura, nella moda, nella comunicazione, nella musica e nell’edilizia) si deve soprattutto a questo rapporto fra nuovi produttori e nuovi consumatori».

Prodotti di autoproduttori che hanno partecipato a Source-Self-made Design:

Giovanni Bartolozzi – Via dei Pepi, 10 – 50122 Firenze 

info@soqquadro-ad.com

Architetto, PhD, designer, docente all’Università di Firenze ha fondato Soqquadro Design, basato su artigianato e autoproduzione.

tusa_3_

TUSA è una lampada realizzata con gli scarti di ceramica da tavola forniti dall’azienda Caleca. La lampada propone un utilizzo creativo degli scarti provenienti da piatti in ceramica decorati a mano, mediante un supporto cilindrico in policarbonato trasparente che lascia filtrare la luce e i colori.

gina__

GINA è una lampada porta libri realizzata mediante la piegatura di una lamiera di acciaio. La fonte luminosa a led è posizionata all’interno di un elemento mobile che consente di dosare la luce e il suo riflesso. Gina è una lampada multifunzionale, da tavolo, libreria o comodino ideata come un libro di luce.

Codice Design

www.codicedesign.it

Gruppo formato da quattro designer che realizzano prodotti in vetro o legno.

BB-Codice_ok

BB – Reversibile glasses

VOILA-Codice-05_

VOILA’ – Tra le ultime creazioni firmate Codice spiccano l’oliera e l’acetiera Voilà, in vetro borosilicato soffiato a lume, la cui forma ispira l’uso dell’oggetto. Fa parte della Glass Collection di Codice nata dalla volontà di coniugare forme contemporanee con un materiale millenario, che si risolve in un design evocativo affidato all’abilità di soffiatori esperti.

Craaft – Firenze

 www.craafts.comcraafts@craafts.com

Un laboratorio artigiano che lavora tra moda, design, arte e artigianato realizzando superfici da rivestimento con tecniche artigianali antiche rivisitate in chiave contemporanea.

craafts

GERMAN CHAIR – Una sedia tradizionale recuperata. Il pannello del sedile è realizzato in macramè con stringhe di pelle vegetale annodate a mano

craafts-1

Massimiliano Alberto Ravidà – Firenze

architetto.ravida@gmail.com

In bilico tra architettura e design, trova nell’autoproduzione la libertà di sviluppare e sperimentare le proprie idee.

Top_MASSIMILIANO_ALBERTO_RAVIDA

TOP – Funzionale ed ironico, Top può essere usato come una seduta da strada o un comodo tavolino da aperitivo metropolitano, ideale per accogliere due ottimi bicchieri di vino, o ancora come un appoggio per rendere una fermata dell’autobus più confortevole. È prodotto in legno multistrato modellato e poi rifinito e verniciato manualmente.

inarcoalparco_

INARCO AL PARCO per Formabilio  – Inarco è un oggetto trasformabile costituito da doghe in legno d’abete sagomate e traforate. Le asole poste sulle doghe permettono il passaggio di cinghie di collegamento, opportunamente fissate ad ogni foro, allo scopo di garantire l’effetto cerniera. La forma trapezoidale delle doghe permette a Inarco di curvarsi quando si tende la cinghia; un sistema di fissaggio metallico incassato nel legno ne garantisce la tenuta una volta tensionato. Da Inarcato diventa un dondolo, una chaise longue o un podio. Per richiuderlo basta sbloccare la cinghia e arrotolarlo dalla parte opposta.

Studio Lievito Via del Sansovino, 4 – 50142 Firenze

www.studiolievito.cominfo@studiolievito.it

Un unico progetto, due parole per intendersi, tre anime (due maschili e una femminile) che si incontrano e danno vita ad una collezione di oggetti con l’obbiettivo di “lievitare”. Lo Studio fondato a Firenze nel 2010 si definisce cerniera tra passato e futuro: recupero della maestria artigiana per riscaldare la tecnica moderna della produzione industriale.

cook_StudioLievito

COOK&CONNECT – Taglieri in 4 essenze. Cut&Connect è un tagliere in legno composto da quattro moduli dedicati alla lavorazione di differenti alimenti.  Ogni modulo è realizzato con una diversa essenza di legno che ben si accorda con il cibo con il quale viene a contatto: il frassino per la carne, il rovere per il pesce, il noce canaletto per le verdure ed il niangon per i formaggi.

Cook&Connect è anche la rete dei cuochi e della cucina 4.0: basterà inquadrare uno dei QR code con un dispositivo mobile per scoprire un suggerimento culinario istantaneo direttamente realizzato da Giallozafferano, ogni volta differente salvandoci dall’imbarazzo della scelta.

fugit_StudioLievito

FUGIT  – Orologi da parete in multistrato rivestito di laminato per incorniciare il tempo: riduzione formale dell’archetipo, che nasce per sottrazione. Lancette sospese all’interno di un pannello rivestito da scampoli di laminati provenienti dalle lavorazioni della fabbrica ogni volta differenti.

Lilli Bacci